Ricerca

Una ricerca d’eccellenza, motore di sviluppo e innovazione.

Il supporto anche economico alla ricerca è uno degli obiettivi irrinunciabili dell’università, in quanto consente di alimentare e sviluppare il progresso culturale e scientifico, contribuendo al prestigio e all’attrattività nazionali ed internazionali di un ateneo (in termini di visibilità, ranking e reclutamento).

Tale azione dovrà essere sviluppata lungo due direttrici principali, una esterna e una interna. Per quanto riguarda la prima, fondamentale è il ruolo della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), che deve essere un interlocutore autorevole e coeso della politica, in grado di rappresentare le legittime istanze degli atenei sul versante della ricerca. Penso, ad esempio, alla creazione di uno sportello della ricerca, sul modello della National Science Foundation statunitense, al quale rivolgersi per richiedere il finanziamento di progetti di ricerca di qualità. La richiesta di un tale sportello emerse in modo unanime da tutte le aree di interesse per la ricerca nazionale durante i lavori per individuare le priorità del Piano Nazionale della Ricerca (PNR) 2021-27 (io partecipai alle riunioni dell’Area Intelligenza Artificiale, Cybersecurity e Robotica), ma non ha ancora trovato attuazione. Altrettanto importante è la collaborazione con le Università e gli Enti di ricerca del Triveneto, rafforzata dalle recenti esperienze di condivisione di attività di ricerca e sviluppo nei progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (centri nazionali, partenariati, ecosistema territoriale dell’innovazione iNEST). Tale collaborazione rappresenta un’opportunità strategica per sviluppare linee di ricerca comuni, incrociando competenze e necessità del territorio. Un approccio sistematico e collaborativo tra i nodi della rete potrà portare a progetti di ricerca più integrati e pertinenti. Da ultimo, ma non meno importante, è cruciale coltivare una costante interlocuzione con le istituzioni e gli altri atenei della regione per identificare assieme le aree di ricerca strategiche, garantendo così un uso sempre più efficace dei fondi regionali per la ricerca.

Per quanto riguarda la seconda direttrice, è cruciale adottare strategie di sostegno alla preparazione di proposte progettuali da parte dei nostri docenti e ricercatori. Sebbene l’accesso a supporti esterni, come i cosiddetti voucher per la partecipazione a bandi competitivi, si sia rivelato un utile strumento, esso non basta per cogliere appieno le opportunità offerte dalle numerose fonti di finanziamento a cui l’Ateneo ha accesso (ERC, HorizonEU, Interreg, Life, PRIN, FIS, progetti bilaterali, progetti di cooperazione, per nominarne solo alcune). È necessario ripensare il ruolo delle strutture di Ateneo e dipartimentali di supporto della ricerca, affinché possano, grazie alle loro competenze e conoscenze, facilitare il matching tra le specializzazioni dei gruppi di ricerca e i diversi bandi, orientando l’attenzione e le energie dei ricercatori verso tematiche e opportunità che consentano loro di presentare delle proposte con una buona probabilità di successo. Un ruolo essenziale sarà svolto dalla formazione continua del personale amministrativo a supporto delle attività di ricerca e dalla formazione diretta dei ricercatori, per rafforzare la qualità e la competitività delle proposte progettuali. È possibile immaginare anche un utilizzo efficace di strumenti di intelligenza artificiale generativa. Inoltre, l’esternalizzazione di parte dei servizi di gestione amministrativa e rendicontazione dei progetti di ricerca a soggetti esterni, come ad esempio FARE Srl, recentemente integrata nella Fondazione Maseri, potrebbe aiutare le strutture di supporto alla ricerca a focalizzarsi maggiormente sull’individuazione dei bandi e sul supporto alla preparazione delle proposte progettuali.

Vi sono diverse possibili iniziative che possono stimolare la partecipazione a bandi competitivi. Innanzitutto, sarà utile mantenere la scelta di dare un supporto economico alle proposte progettuali sottomesse a bandi competitivi che, pur non essendo state finanziate, siano state valutate in modo molto positivo. In parallelo, sarà essenziale supportare economicamente i giovani ricercatori dell’Ateneo che propongono idee innovative, dando loro risorse per la preparazione e l’implementazione di progetti attraverso specifici bandi competitivi interni con referaggio esterno. Ciò non solo contribuisce allo sviluppo della loro carriera scientifica, ma stimola anche la creatività e la partecipazione attiva alla vita accademica. Inoltre, è necessario rafforzare la capacità di attrarre ricercatori di talento provenienti da altre università italiane e straniere, offrendo loro un fondo iniziale per l’avvio di attività di ricerca. Le caratteristiche di questi candidati devono essere vagliate con attenzione, prendendo in considerazione il loro profilo scientifico, la volontà di rimanere a lungo nell’Ateneo e la capacità di contribuire concretamente alla crescita e alla valorizzazione della nostra università. È, infatti, fondamentale che l’Ateneo non venga percepito come un semplice “luogo di passaggio”, ma come un luogo in cui le carriere accademiche possano svilupparsi e prosperare. Il programma di mobilità dei ricercatori dovrà essere potenziato, promuovendo visite temporanee di ricercatori da università straniere per favorire la nascita di nuove collaborazioni internazionali. Ciò non solo arricchisce l’offerta formativa e scientifica dell’Ateneo, ma permette anche di aprire nuove prospettive di ricerca, aumentando la visibilità e la competitività dell’università.

Il dottorato di ricerca rappresenta un altro ambito cruciale in cui il nostro Ateneo può e deve investire maggiori risorse per incentivare la sua attività di ricerca. Negli anni, l’offerta di dottorati è cresciuta in qualità e quantità, ma permangono alcune criticità da superare (è questo il caso di alcuni dottorati inter-ateneo). Il dottorato di ricerca non deve essere visto solo come un passaggio obbligato per la carriera accademica, ma anche come un tassello fondamentale per formare professionisti altamente qualificati destinati a ruoli di leadership in ambito industriale, pubblico e privato. Dobbiamo garantire un’adeguata remunerazione ai dottorandi anche con fondi di Ateneo, sostenere la loro mobilità internazionale e favorire la qualità e la competitività della loro ricerca. In tale prospettiva, è necessario continuare a partecipare ai dottorati tematici nazionali ed alle reti europee di dottorati di ricerca in modo da garantire che l’Ateneo rimanga competitivo su scala globale, senza perdere il valore delle sue risorse locali. L’innovazione nel mondo della ricerca accademica dovrà passare anche attraverso il rafforzamento delle collaborazioni col mondo industriale. I dottorati industriali, che prevedono borse di studio finanziate dalle aziende, offrono opportunità di ricerca applicata, rafforzando i legami tra università e settore privato. Tali collaborazioni, oltre ad allargare il ventaglio delle attività di ricerca dell’Ateneo, sono anche un volano per attrarre aziende nel territorio, creando un circolo virtuoso che potrà rafforzare l’ecosistema dell’innovazione.

Un’altra dimensione importante del nostro Ateneo da valorizzare ulteriormente è quella delle attività di ricerca e sviluppo per conto terzi, che rappresenta una componente rilevante dal punto di vista della sostenibilità economica e della crescita dell’Ateneo. Essa, infatti, consente di diversificare le fonti di finanziamento e di ampliare lo spettro delle attività di ricerca e sviluppo. Le entrate da progetti per conto terzi non solo contribuiscono ad integrare i finanziamenti tradizionali, come quelli pubblici o da fondi di ricerca competitivi, ma offrono anche l’opportunità di costruire forti legami col mondo imprenditoriale e le istituzioni del nostro territorio e oltre. Il conto terzi deve essere visto come uno strumento adatto alla valorizzazione delle competenze presenti in Ateneo e volto alla creazione di un ecosistema della ricerca e sviluppo dinamico e competitivo, con una particolare attenzione all’innovazione e alla valorizzazione dei risultati della ricerca. Per promuovere e facilitare le attività per conto terzi, possiamo immaginare diverse azioni quali (i) il rafforzamento delle partnership con i settori privato e pubblico attraverso la creazione di un ufficio di supporto dedicato, (ii) la sensibilizzazione e la formazione del personale accademico e amministrativo, (iii) l’aumento della visibilità e il potenziamento della comunicazione delle competenze e dei servizi offerti dall’ateneo attraverso eventi, conferenze e workshop e (iv) la creazione di una piattaforma digitale che consenta alle aziende ed agli Enti pubblici di entrare in contatto diretto con i ricercatori dell’Ateneo, per esporre le proprie esigenze e stabilire fruttuosi rapporti (progetti di ricerca personalizzati, creazione di laboratori congiunti presso il lab village, consulenze mirate).

Infine, l’evoluzione del panorama della ricerca implica anche una riflessione sulle nuove figure professionali introdotte dalla recente normativa e l’adattamento ai cambiamenti apportati ai criteri europei di valutazione della ricerca. In questo nuovo scenario, l’Ateneo dovrà essere pronto a rispondere alle sfide legate alla valutazione, garantendo che le risorse destinate alla ricerca siano utilizzate in modo efficiente e con un impatto tangibile sia sull’accademia che sul territorio.

  • L’Università di Udine deve guardare al futuro con una visione strategica basata su eccellenza, inclusione e cooperazione, per affrontare le sfide globali e rafforzare ricerca, didattica e legame con il territorio.

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  • Le sfide della didattica richiedono un equilibrio tra innovazione digitale, formazione continua e nuovi modelli di apprendimento più flessibili e inclusivi, per preparare gli studenti alle sfide del futuro.

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  • L’Università cresce con il mondo: espandere le connessioni internazionali significa attrarre talenti, promuovere la ricerca congiunta e offrire nuove opportunità formative per studenti e docenti.

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  • Il dialogo con il territorio accresce il ruolo dell’Ateneo, favorisce il trasferimento tecnologico, promuove la divulgazione scientifica e genera opportunità di sviluppo e innovazione condivisa.

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  • Un piano strategico per il personale e la sostenibilità è chiave per un Ateneo resiliente, e assicura equilibrio tra nuove competenze, ottimizzazione delle risorse e qualità della vita accademica.

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  • Partecipazione attiva, coordinamento e valorizzazione delle competenze: la soluzione per un Ateneo più efficiente, trasparente e orientato al futuro.

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  • Un Ateneo fortemente connesso al sistema sanitario garantisce formazione d’eccellenza, ricerca avanzata e opportunità per i professionisti della salute, contribuendo in modo attivo al miglioramento della salute pubblica.

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