Didattica
Una didattica
in evoluzione,
tra tradizione e
innovazione.
La didattica presenta una molteplicità di sfide. La prima è quella del digitale. Come docenti, siamo tutti consapevoli del ruolo essenziale della didattica in presenza ed è fondamentale che anche gli studenti lo siano (una didattica in presenza vissuta passivamente dagli studenti, senza un loro reale coinvolgimento, perde gran parte del suo significato e del suo valore). Non possiamo, però, ignorare l’esperienza della didattica online durante il periodo del Covid, immaginando che essa non abbia avuto alcun impatto sul nostro sistema universitario. In particolare, non possiamo pensare di tornare alla situazione precedente come se nulla fosse accaduto. Occorre, quindi, ripensare forme e modalità di organizzazione della didattica in presenza che valorizzino l’interazione personale e diretta tra docenti e studenti. Tale ripensamento va realizzato in modo condiviso, coinvolgendo tutti i protagonisti dell’esperienza formativa, anche attraverso opportuni tavoli di approfondimento, prevedendo nuove e continue iniziative di formazione del corpo docente, specie di quello più giovane. Una delle possibili strade per rinnovare l’esperienza didattica è l’adozione di modelli integrati che combinino il meglio della didattica tradizionale con l’innovazione digitale. La didattica digitale non può e non deve essere vista come un sostituto, ma come un complemento della didattica in presenza, fatta di lezioni frontali, esercitazioni, attività di laboratorio, in grado di arricchire l’esperienza di apprendimento. Ad esempio, la possibilità di registrare un insieme di lezioni di base e di renderle disponibili online permetterebbe di concentrare le lezioni in aula su argomenti più avanzati e complessi, qualificando il tempo in presenza. Un tale approccio non solo arricchisce la formazione, ma consente agli studenti di seguire i corsi in modo più flessibile, adattando il percorso di apprendimento al proprio ritmo.
Traendo spunto anche da iniziative passate e in corso (penso al progetto PNNR per l’innovazione della formazione digitale Edunext), tali modelli andranno tradotti in un piano di sviluppo delle competenze didattiche che, oltre a riflettere sugli assunti teorici e sui valori che fondano il nostro approccio all’insegnamento e all’apprendimento, dovrà individuare una serie di azioni concrete volte a trasformare l’insegnamento in un processo collaborativo, consapevole e innovativo, dove ogni docente, attraverso il continuo aggiornamento e lo scambio con i colleghi, possa arricchire il proprio percorso professionale e contribuire ad un ambiente educativo sempre più stimolante ed efficace. Penso, ad esempio, alla creazione di un luogo di scambio, anche virtuale, in cui condividere considerazioni ed esperienze didattiche fra colleghi, all’esperienza della peer observation, ossia alla possibilità di osservarsi a vicenda, tra pari, durante lo svolgimento della didattica in aula, fornendo e ricevendo un feedback costruttivo, e alle pratiche di educational coaching.
Una seconda sfida è quella del lifelong learning. Lo spazio della formazione continua è, infatti, destinato a crescere notevolmente nei prossimi anni e rappresenta un’opportunità, e anche una responsabilità, per le università. Ciò vale, in particolare, per un ateneo come il nostro con forti legami col territorio. Se l’università non risponderà in modo adeguato a questa nuova esigenza, altre realtà, meno qualificate, potrebbero occupare tale spazio. In questo ambito, i master universitari rappresentano una risposta efficace, che andrà ulteriormente qualificata e potenziata. Ad essi, dovranno affiancarsi altre iniziative di formazione rivolte a tutti coloro che sono già attivamente coinvolti nel mondo del lavoro e hanno bisogno di aggiornare costantemente le proprie competenze. L’esperienza del programma formativo “Minor” sulla cooperazione è sicuramente un buon esempio in tale direzione, ma occorre pensare in modo organico alle possibili modalità di tale offerta formativa. Sicuramente, il digitale è una risorsa molto preziosa.
Una terza sfida è quella rappresentata dalla recente riforma delle classi di laurea. Essa intende dare una forte spinta verso l’introduzione di un approccio formativo più integrato e flessibile, che favorisca l’inserimento in ogni corso di studio di elementi di formazione multi-, inter- e trans-disciplinare. L’obiettivo è arricchire l’esperienza accademica degli studenti e, nel contempo, rispondere alle esigenze di un mondo del lavoro sempre più dinamico, dove la capacità di affrontare e risolvere problemi complessi richiede competenze trasversali provenienti da più ambiti disciplinari. L’iniziativa UniudXL, che l’Ateneo ha messo in campo da tempo, risponde alla medesima esigenza di arricchire e integrare il bagaglio di competenze dei nostri studenti, garantendo, nel contempo, la qualità dell’offerta formativa. Si tratta di un’iniziativa da rafforzare, rendendola sempre più solida e coinvolgente. Vanno nella stessa direzione la possibilità di iscriversi contemporaneamente a più corsi di laurea e le opportunità offerte dalle iniziative di mobilità nazionale (Erasmus italiano) ed internazionale (Erasmus, ma non solo). Tali strumenti intendono superare alcune rigidità presenti nel sistema universitario italiano, recependo delle best practice internazionali, dove la mobilità fra discipline e l’approccio integrato sono diventati elementi chiave dell’istruzione superiore.
In tale contesto, per definire e orientare i processi di innovazione didattica, potranno essere sperimentati dei modelli di co-creazione. Promuovendo e valorizzando la collaborazione fra le diverse discipline e fra università, istituzioni, associazioni culturali e di categoria e realtà industriali, potranno essere progettati dei corsi di studio in grado di rispondere in modo efficace alle esigenze emergenti del territorio. La co-creazione offre anche l’opportunità di esplorare nuove modalità di insegnamento e apprendimento, che avranno come loro cardini lo sviluppo di attività formative trasversali, le micro-credenziali e il learning-by-doing, che integra teoria e pratica attraverso esperienze dirette, laboratori congiunti e progetti interdisciplinari.
Una quarta sfida è quella dell’orientamento. Sarà fondamentale adottare un approccio personalizzato e multicanale, che risponda alle diverse esigenze e preferenze dei potenziali nuovi iscritti. In primo luogo, sarà indispensabile fornire informazioni chiare e accessibili sui corsi di laurea, laurea magistrale e a ciclo unico dell’Ateneo, evidenziando le opportunità professionali e i percorsi di carriera legati a ciascun corso e sottolineando gli ottimi risultati conseguiti dal nostro Ateneo nel job placement. Un altro passo importante sarà il coinvolgimento attivo degli studenti e dei laureati attraverso programmi di mentorship e testimonianze, in modo da presentare l’esperienza universitaria in una forma più tangibile. Accanto a ciò, la disponibilità di strumenti di orientamento psicologico e test attitudinali online potrebbe aiutare i potenziali studenti a capire meglio le proprie inclinazioni e a fare scelte più consapevoli.
Una quinta sfida, in una certa misura collegata alla precedente, è quella dell’offerta di corsi in lingua inglese. In un contesto di globalizzazione e crescente mobilità internazionale, il potenziamento dell’offerta di corsi di laurea magistrale in lingua inglese può essere uno strumento prezioso. Tali corsi consentirebbero di ampliare il bacino di potenziali studenti, attirando giovani da tutto il mondo e portando l’Ateneo in una dimensione ancora più internazionale. L’obiettivo è far diventare l’Ateneo un polo di attrazione di talenti anche a livello internazionale. Per rendere efficace il reclutamento internazionale, sarà necessario sviluppare un piano di orientamento rivolto ai Paesi target (si veda la sezione sull’internazionalizzazione) e potenziare il servizio di benvenuto (welcome office) in modo da fornire informazioni sempre aggiornate su aspetti pratici quali visti, alloggi, assicurazioni sanitarie, oltre ad una guida che descriva il nostro sistema educativo e le opportunità accademiche. Lo sviluppo di programmi di mentoring (buddy program), con l’affiancamento di studenti italiani o di altri studenti internazionali, potranno facilitare l’inserimento dei nuovi iscritti attraverso la creazione di una rete di supporto a favore dell’integrazione sociale e di un ambiente accogliente, inclusivo e stimolante per tutti.
Un altro elemento fondamentale per la crescita e lo sviluppo dell’Ateneo è la Scuola Superiore Universitaria Di Toppo-Wassermann (SUPE), che ha rappresentato un’importante attrattiva per studenti di eccellenza provenienti da tutta Italia. Grazie alla rete di collaborazioni con altre scuole superiori universitarie, l’Ateneo ha potuto stabilire e consolidare fruttuose relazioni ed ottenere finanziamenti significativi negli ultimi anni. È essenziale continuare su questa strada, aumentando il potere di attrazione nelle aree disciplinari meno coperte, rafforzando il rapporto con le altre scuole superiori universitarie e ampliando le opportunità per gli studenti più promettenti.
Infine, il tutorato è destinato ad assumere un’importanza crescente. Un sistema di tutorato ben strutturato non solo aiuterà gli studenti a integrarsi e a superare le difficoltà durante il percorso accademico, ma rappresenterà anche una risorsa fondamentale per garantire la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Un buon tutorato potrà fare la differenza, offrendo supporto personalizzato e creando un ambiente di apprendimento più inclusivo e stimolante.
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