Governo & organizzazione
Un Ateneo trasparente,
di e per ogni persona.
Un primo ed essenziale compito del Rettore dell’Ateneo è contribuire attivamente ai lavori della Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI). La CRUI è un organismo fondamentale per la promozione e il rafforzamento del sistema accademico nazionale al quale il nostro Ateneo appartiene. È il luogo in cui discutere le questioni che riguardano l’istruzione superiore, la ricerca e i rapporti con la società e proporre soluzioni efficaci e condivise. È anche la sede in cui portare le nostre istanze relative alla necessità di rivedere i criteri storici di riparto dell’FFO.
Se guardiamo al governo dell’Ateneo, cruciale è il ruolo del Rettore e dei suoi delegati, che hanno la responsabilità dell’orientamento strategico e della guida dell’istituzione. Tuttavia, per promuovere un vero progresso, è fondamentale che le decisioni non siano frutto di una leadership ristretta, ma di una reale collaborazione fra tutte le componenti dell’Ateneo, in primis Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, in analogia con quanto avviene nei governi delle istituzioni pubbliche, dove si condividono gli obiettivi e si lavora per comporre le differenze per il bene dell’istituzione.
Un elemento cardine del governo dell’Ateneo è il Senato Accademico, che dovrà contribuire alla definizione della strategia complessiva dell’Ateneo e svolgere un ruolo di coordinamento e raccordo con ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti. Il Senato è il luogo in cui trovano spazio e voce i dipartimenti, centri vitali della didattica e della ricerca dell’Ateneo. Le decisioni del Senato dovranno essere prese nell’interesse dell’intera comunità accademica e ogni membro del Senato dovrà essere consapevole della propria responsabilità nel processo di decisione. Per rendere manifesta tale comune responsabilità, le sedute del Senato si terranno in una sala con un tavolo ovale. Tale scelta ha un valore simbolico: una configurazione che favorisca l’inclusività, il dialogo costruttivo e la partecipazione di tutti, facendo sentire ogni membro parte di un progetto comune.
Altro elemento centrale del governo è il Consiglio di Amministrazione (CdA), che ha funzioni di indirizzo strategico, approvazione della programmazione finanziaria e vigilanza sulla sostenibilità finanziaria delle attività. Il CdA dovrà partecipare attivamente alla definizione degli obiettivi e alla redazione del piano strategico e all’individuazione dei criteri e della modalità di valutazione della sua realizzazione. Particolare cura andrà riservata alle modalità di implementazione dei compiti di monitoraggio e verifica dell’esecuzione del piano. Inoltre, le dinamiche demografiche e la probabile riduzione dei finanziamenti pubblici richiederanno interventi di riduzione dei costi e di ottimizzazione dei servizi offerti, in primis le iniziative didattiche. Infine, sulla base dei report di Nucleo di Valutazione e Presidio di Qualità, andranno individuate adeguate azioni di miglioramento (ridefinizione o riqualificazione delle attività) e di monitoraggio.
In questo sistema di partecipazione attiva, fondamentale è il ruolo dei delegati del Rettore. Ritengo vi siano almeno sei aree di forte interesse per l’Ateneo (didattica, ricerca, internazionalizzazione, territorio e terza missione, risorse e pianificazione strategica, medicina) che necessitano di un delegato del Rettore. Nella scelta dei delegati d’area e del prorettore vicario si darà spazio a tutte le aree disciplinari dell’Ateneo in modo da garantire il coinvolgimento di ognuna di esse nella governance. Accanto ai delegati d’area saranno nominati diversi delegati di settore, con una particolare attenzione alle tematiche emergenti e tenendo presente l’obiettivo di promuovere la partecipazione dei colleghi più giovani all’attività istituzionale, offrendo loro l’opportunità di crescere e di portare nuove idee, in modo da costruire una leadership condivisa che si rinnovi costantemente. Vi sarà un forte coordinamento delle attività dei delegati, anche attraverso incontri regolari di messa in comune e scambio, e verrà mantenuto un rapporto costante con i livelli operativi, quali i dipartimenti e le strutture organizzative centrali.
Per quanto riguarda il personale tecnico-amministrativo (TA), credo vadano innanzitutto rafforzati e valorizzati i canali di comunicazione, dialogo e confronto per far sentire tutti parte attiva e importante della comunità accademica. Questa unità di intenti è essenziale per il buon funzionamento dell’Ateneo. Un elemento cruciale è il rapporto tra le strutture tecnico-amministrative centrali e i dipartimenti. Nella chiarezza circa l’attribuzione dei ruoli e delle responsabilità, credo sia giusto lavorare per un maggior coordinamento e interscambio, immaginando anche forme di mobilità in entrambe le direzioni. Altrettanto importante è il coinvolgimento del personale TA nei progetti dipartimentali e di Ateneo (penso al progetto ACROSS) per valorizzarne la professionalità e promuovere una collaborazione più stretta con docenti e ricercatori. Non meno importanti sono le iniziative di formazione e riqualificazione del personale TA, con particolare attenzione alle tematiche economico-giuridiche e linguistiche e alle nuove tecnologie. Si inserisce in tale contesto il tema della premialità per il personale TA. Incentivi per l’innovazione nella gestione amministrativa, nell’uso delle risorse tecnologiche e nella semplificazione dei processi burocratici possono contribuire a migliorare la qualità globale dell’Ateneo. Per rendere effettiva e concreta la premialità, sarà necessario che essa sia accompagnata da risorse adeguate: i fondi destinati a tale voce dovranno essere sufficienti per motivare in modo tangibile i destinatari. Inoltre, la premialità dovrà essere flessibile, adattandosi ai diversi contesti, in modo da acquisire una reale valenza e non limitarsi a un mero riconoscimento formale.
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